Noi al tempo del Coronavirus
Mai come in questo momento ognuno di noi ha bisogno di un conforto. Siamo tutti in casa, ognuno avvolto nel proprio silenzio. Abbiamo dedicato tempo ai lavori di casa (anche quelli che mai avremmo immaginato di svolgere). Sfornato torte (anche chi non aveva mai acceso il forno). Riordinato scaffali, mensole e hard disk (anche chi si vantava di trovare tutto nel proprio caos). Ripulito giardini o balconi (anche chi ha cercato di far riprendere solo due foglie di basilico). Riaperto pianoforti e cantato dalle finestre ( anche chi non cantava nemmeno sotto la doccia). Incredibilmente qualcuno si è messo le scarpe da footing per la prima volta, forse per approfittare di un bel periodo di vacanza ( e davvero non ha capito un cazzo!). Finalmente si legge senza dover interrompere ( anche chi trovava scuse pur di non farlo). Chi scrive ( non più solo la lista della spesa). Giocano le famiglie con i bambini piccoli ( e chi, se ora ha figli grandi non ha ricordo di quel mese di clausura con la varicella? o quei mesi in ospedale con malattie ben più gravi?). Ho una lista infinita di ragazzi che non hanno più messo nemmeno le scarpe, altro che aperitivi! Chi invece fa una grande fatica sono i più grandi che non chiamerò anziani. Loro alle regole non ci stanno più, soprattutto ora che la memoria fa di tutto per non lasciare traccia. Chi lavora negli ospedali, per ognuno di noi (nessun ringraziamento sarà mai proporzionato al lavoro che stanno svolgendo). E chi sta piangendo (da solo) e chi sta soffrendo (da solo).
C’è silenzio. Fuori e dentro di noi. Quel silenzio che contiene lo stupore. Quello che ci permette di ascoltare il rumore che abbiamo creato. Approfittiamo proprio di questo. Approfittiamo del tempo e del silenzio, noi che possiamo, appollaiamoci li ascoltando solo il nostro respiro. Rimaniamo in ascolto e sapremo cosa dirci, al ritorno della normalità. Oppure continuiamo ad utilizzare le mani, impedendo cosi ai pensieri di prendere il sopravvento. Nel silenzio del mio giardino, la primavera ignara fa il suo ritorno. Do però più importanza al secco. Chi ha frequentato i miei workshop di composizione floreale o di photostylist sa che prima di gettare do una seconda chance. Lo sfiorito dell’Agapantus, un angolino di muschio e le bacche rosse di una Iris non vogliono essere un bouquet, ma una considerazione su quello che generalmente abbiamo sotto agli occhi a cui non prestiamo attenzione. Amori compresi. Ognuno, nel suo silenzio.